Cinque anni dopo l’attacco a Charlie Hebdo, gli slogan e gli hashtag sono cambiati ma non sembra esserci l’unità mostrata nel 2015. Tuttavia da Parigi a Marsiglia come a Lille, Montpellier, Agen, Tours o Grenoble, migliaia di persone si sono radunate nel pomeriggio di ieri per rendere omaggio a Samuel Paty, il professore di storia e geografia assassinato venerdì sera alla fine della sua lezione a Conflans-Sainte-Honorine.

I manifestanti hanno sventolato i poster stampati o abbozzati frettolosamente con le scritte #JeSuisProf, #JeSuisSamuel o #JeSuisEnseignant. Nel porto vecchio di Marsiglia sono risuonate le note della Marsigliese mentre a Parigi migliaia di persone hanno osservato un minuto di silenzio prima che un applauso giungesse a squarciare il silenzio che avvolgeva Place de la République sin dal primo pomeriggio. “Come un’ondata fraterna. Ovunque serietà, calma e risolutezza”, scrive Liberation.

Lo stesso quotidiano ha raccolto diverse testimonianze di allievi e colleghi del professore assassinato. Samuel Paty, 47 anni, insegnava da diversi anni nel tranquillo college in una zona residenziale di Conflans-Sainte-Honorine. Era uno degli, racconta Charlotte, “volevamo tutti averlo”. I suoi studenti erano numerosi il giorno dopo la tragedia davanti al college per rendergli omaggio. Alcuni hanno messo fiori, rose bianche. C’erano anche i professori, più restii a parlare, ancora storditi dall’emozione. Una collaboratrice dell’istituto, andata in pensione il mese scorso, ha lasciato un messaggio: “Possa il tuo riposo essere soffice come una piuma e leggero come una nuvola”. Christophe Capuano, docente senior, compagno di studi di Paty lo ricorda con queste parole: “Un gran lavoratore, uno studente brillante e un ottimo insegnante. Era un uomo di dialogo che ha svolto con coraggio la sua missione di insegnamento”. 

com.unica, 20 ottobre 2020

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