“Fuga di Gas”, in libreria il crime thriller di Marco Gemma
Gli italiani vengono spesso visti come un popolo furbo e di cui non ci si può fidare. Furbizia e ambizione si fondono in Fuga di gas, il crime di Marco Gemma (Unicopli).
Il protagonista, Gaspare, è piccoletto ma è un capobranco. Un anno prima ha rubato una certa somma al boss per cui lavora. Adesso sa che il boss ha capito. Da qui inizia a distendersi una trama che, in un paio di occasioni, arriva ai limiti dell’assurdità e dà la misura dell’ambizione del protagonista. Gas non è malvagio, per dire: ha un paio di amici che vuole proteggere. Ma poi c’è l’ambizione, che lo porta sempre più lontano, fino a culminare in un epilogo disastroso ma non per questo cupo.
Per quanto deprecabili possano apparire le loro scelte, i protagonisti di Gemma sono mossi da ragioni profonde: morti bianche, povertà, l’amore perduto, la solitudine di chi non ha una famiglia. Ma il narratore li affronta con uno stile leggero e senza fronzoli, e più di una volta ti strappa una risata.
Più che lo spazio, Gemma vuole raccontare il tempo, quello presente. Non usa il dialetto, ma un italiano comune, parlato, e questo perché il punto è che la furbizia è un tema universale, e non riguarda solo la nostra nazione o una parte del paese.
SCHEDA DEL LIBRO
Gaspare – detto Gas perché è «uno che si infiammava subito» – e il suo amico Nando rubano una grossa somma al boss per il quale Gas lavora. Nando è legato a Gas da una profonda amicizia, ma è anche innamorato d’una ragazza con i capelli rossi alla quale non sa resistere. Così le dice di avere un sacco di soldi e che possono farsi una vita insieme, lontano da quel quartiere fetente. La rossa non ci crede. Lo dice in giro. E il danno è fatto. Nando deve scomparire senza dire dove, nemmeno al suo amico. Gas continua a lavorare per lo stesso boss ed è divorato dalla medesima ambizione che lo ha portato a quella rapina e che, ora, lo spinge a voler essere il capo. Arriva il giorno in cui il boss lo chiama: la caccia all’uomo è finita: sa dov’è Nando. Che si prepari, Gas, a partire e a ucciderlo. Gas dovrà badare anche ad altri due suoi compari: Gerri, con i suoi debiti di gioco, e soprattutto Dario, per il quale vorrebbe una vita migliore. Con uno stile scarno, vicino al parlato, e un finale amaro e quasi pirandelliano, il libro racconta il senso di protezione e l’ambizione in una storia ove domina l’irrazionalità della violenza.
Marco Gemma (1973) ha lavorato come bagnino, imbianchino, pony express, operaio edile, elettricista, cameriere; si è laureato in Filologia moderna e ha un dottorato con una tesi di Filologia d’autore sulle varianti di prosatori contemporanei. Insegna italiano agli stranieri.
com.unica, 8 dicembre 2020