L’Ambasciata d’Italia a Madrid nel nuovo libro dell’Ambasciatore Gaetano Cortese
La Collana dell’Editore Colombo incornicia “Il Palazzo dei Marchesi di Amboage”, sede dell’Ambasciata d’Italia e residenza dell’Ambasciatore
ROMA – Quasi come appuntamento annuale, e dunque atteso da molti, ecco un nuovo volume dell’Ambasciatore Gaetano Cortese, che fa luce sull’Ambasciata italiana a Madrid, dal titolo “Il Palazzo dei Marchesi di Amboage”, nel centosessantesimo anniversario dell’Unità d’Italia e delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Spagna. Appartiene alla Collana dell’editore Carlo Colombo della quale l’Ambasciatore Gaetano Cortese dal 2000 ne è il fondatore e il curatore.
Nell’introduzione l’autore scrive: “Saremo soprattutto lieti se il racconto e le immagini del volume riusciranno ad esprimere il sentimento di ammirazione per le energie spese, senza risparmio, da quanti (committente, architetti, artisti, Ambasciatori italiani, Autorità spagnole), succedutisi nella Residenza, hanno contribuito ad evitare al Palazzo dei Marchesi di Amboage – malgrado il trascorrere del tempo e le mutazioni dei costumi – una parabola discendente”. Belle pagine, cartonato con sovraccoperta, carta e caratteri di pregio, immagini a corredo del testo di illuminante iconologia, di espresso rilievo fotografico e sequenziale apparato artistico. Un libro strenna che non può mancare nelle più importanti biblioteche sia istituzionali che private in Italia e all’estero.
Dopo l’introduzione dell’Ambasciatore G. Cortese, prima un saluto dell’Ambasciatore d’Italia a Madrid Riccardo Guariglia, successivamente anche saluto dell’Ambasciatore di Spagna a Roma, Alfonso Dastis. “L’Ambasciata d’Italia a Madrid – scrive l’Ambasciatore Riccardo Guariglia –, ubicata nell’elegante quartiere di Salamanca, oltre ad essere considerata uno dei palazzi più belli della capitale spagnola, noto come il Palacio de Amboage, ex residenza dei marchesi che ne commissionarono la costruzione nel 1914, è un luogo che negli ultimi anni è stato vieppiù aperto alla società civile, affinché la bellezza che lo connota potesse essere fruita e goduta da tutti. Ha ospitato e continua ad ospitare – nei suoi ricchi saloni, nel suo ampio giardino, vera e propria rarità nel centro di Madrid, e finanche nella sua preziosa Cappella – centinaia di eventi, di appuntamenti istituzionali e non, tra cui incontri con la collettività italiana in Spagna, esposizioni artistiche, presentazioni di libri, concerti o manifestazioni per l’avvio e la conclusione di specifiche iniziative dell’Ambasciata”.
Arricchiscono le pagine i contributi degli Ambasciatori Amedeo de Franchis “Palazzo Amboage 2002-2006” e Leonardo Visconti di Modrone “La Spagna come l’ho vista io”, già Ambasciatori d’Italia in Spagna in precedenti missioni diplomatiche presso la rappresentanza diplomatica italiana. Di singolare caratura l’intervento dell’Ambasciatore Rocco Cangelosi con un’analisi su “Il destino comune di Spagna e Italia nella Unione Europea”, senza dimenticare il preziosissimo e documentato lavoro storico del professor Francesco Perfetti dal titolo “Italia e Spagna, un lungo e articolato rapporto”.
Grande storia vive attorno al Palazzo dei Marchesi di Amboage, già di proprietà del Marchese de Amboage, singolare personaggio spagnolo che si fregiava di un titolo nobiliare concessogli dal Vaticano. L’edificio è dei primi anni del XX secolo ad opera dell’architetto spagnolo Joaquìn Rojì, concepito come parte di un’estetica da barocco francese, da richiamare una sorta di antichità e fare così epoca. Il Palazzo vive nel cuore del quartiere madrileno di Salamanca, a Calle Lagasca n. 98, ed è attualmente sede dell’Ambasciata d’Italia presso il Regno di Spagna e il Principato di Andorra. Acquistato dal Governo italiano nel lontano 1939, divenne la sede dell’Ambasciata d’Italia nel Regno di Spagna.
Occorre tener presente che fino al 1936, a ridosso della guerra civile spagnola, l’Ambasciata d’Italia a Madrid era ubicata nel centro storico, in un edificio situato in Calle Mayor acquistato dal Governo italiano fin dal 1888 e la cui costruzione è datata alla seconda metà del secolo XVI. Tale edificio, che era appartenuto ai Duchi di Abrantes, subì con il tempo numerose trasformazioni alla più importante delle quali, l’ultima, eseguita nel 1846, si deve l’attuale prospetto. All’indomani della guerra civile spagnola, il Governo italiano e l’allora Ministro degli Esteri destinò l’edificio di Calle Mayor a sede dell’Istituto Italiano di Cultura, pur conservandone architetture e arredi mirati, tanto che ancora oggi l’Istituto appare non solo sede di grande prestigio, ma oltremodo funzionale alle esigenze e ai doveri istituzionali.
Alla fine del 1939, il Governo italiano acquistò un altro edificio, situato nella calle Lagasca, e in esso vi trasferì l’Ambasciata d’Italia, ove ha tuttora sede. Qualunque visitatore rimarrà esterrefatto dalla bellezze e dalla compiutezza architettonica del Palazzo dei Marchesi di Amboage che occupa un intero isolato della capitale spagnola, inglobando oltre all’edificio principale, un giardino con un’estensione di 680 mq; un intero isolato fra le calles Lagasca, Juan Bravo, Velázquez e Padilla, in pieno Ensanche, quel reticolato di strade che portò alla crescita urbanistica di Madrid ad inizio del ‘900.
“È un bell’esemplare delle moderne costruzioni di Madrid, che vanno dando alla città un aspetto sontuoso, di gran città, alle aree di recente urbanizzazione”: così si esprimeva nel 1917 la rivista Architettura e Costruzione sull’edificio che era in via di conclusione. E dunque il palazzo-ambasciata a tre piani che dà su un vasto giardino, comprende anche un edificio di servizio di dimensioni minori. La Cancelleria Diplomatica è sistemata all’ultimo piano dell’Ambasciata, mentre gli altri piani sono destinati ai saloni di rappresentanza e a residenza privata del Capo Missione. Nei saloni di rappresentanza si trovano numerose opere d’arte (pitture e sculture) di proprietà del Ministero degli Affari Esteri o concesse in deposito temporale dalla Galleria Nazionale di Roma, dal Museo Nazionale di Roma, dal Museo di Napoli, dalla Galleria di Capodimonte e dalla Galleria di Firenze.
Tra le opere figurano molti esemplari dell’arte pittorica italiana del XVII secolo
– specialmente della scuola napoletana e parmense – tra cui risaltano nomi di insigni maestri come Salvator Rosa, Cavalier D’Arpino, Pier Francesco Mola e Federico Buzzi. Notoriamente illustri le opere di maestri stranieri in particolare della pittura fiamminga del Seicento e del Settecento. Alla sommità della scalinata si intravede, nella veranda, in tutto il suo splendore e la sua notevole bellezza, la scultura in marmo della “bailaora”, dovuta a Mariano Benlliure, famoso artista spagnolo, che riproduce la celebre ballerina Pastora Imperi.
Né va dimenticato il biliardo stile Impero, con elementi decorativi di legno e metallo, intarsiato e costruito espressamente a Forlì nel 1884. Di questo spettacolare edificio madrileno l’editrice d’arte FMR ha dedicato nel 2005 un volume di notevole prestigio dal titolo “L’Ambasciata d’Italia in Spagna”. La bellissima pubblicazione dell’Ambasciatore Gaetano Cortese riguardante l’Ambasciata italiana a Madrid, uscita per la collana dell’Editore Colombo, altamente documentata nella sua storia diplomatica, contiene anche una intera sezione, ampiamente illustrata, sui protagonisti delle relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Spagna negli ultimi centosessanta anni, con la ricostruzione storico-diplomatica, dal Regno d’Italia ad oggi, di tutti i Capi di Stato, Capi di Governo, Ministri degli Affari Esteri, Segretari Generali del Ministero degli Affari Esteri e Rappresentanti diplomatici che hanno segnato la storia dal 1861 al 2021. E per finire, vive ed esaustive dal punto di vista storico-politico le splendide immagini delle varie visite di Stato dei Reali di Spagna in Italia e dei Presidenti della Repubblica in Spagna, molte delle quali tratte dagli archivi storici della Presidenza della Repubblica e dell’Ansa, che permettono al lettore di poter accedere a foto storiche di grande impatto visivo.
Ora la storia gloriosa di questo palazzo parte proprio da chi ne fu il proprietario prima dell’acquisto da parte dello Stato Italiano: Ramon y Pla Monge (Ferrol, 19 ottobre 1823 – Madrid, 6 settembre, 1892) un uomo d’affari della Galizia del XIX secolo, conosciuto come marchese di Amboage, di famiglia benestante, figlio di Felix Plá Pulles e Ramona Monge Amboage, sposato con Faustina Peñalver, dalla quale ebbe due figli. In gioventù emigrò a Cuba, dove creò una attività commerciale legata all’Azienda del Gas dell’Avana e una succursale a Matanzas. Tornato a Ferrol venne insignito del titolo di Marchese di Amboage il 21 giugno 1884 e della Grande Croce di Isabel la Católica. Diventò poi consigliere del Banco Hipotecario de España. Dopo la morte del suo primo figlio, il 13 luglio 1891, in un incidente militare, decise nel 1892 di dedicare un terzo della sua fortuna alla fondazione ora conosciuta come Fundación Ramón Plá, Marqués de Amboage.
Avendo tra le mani questo preziosissimo volume che documenta in modo encomiabile la storia dell’Ambasciata d’Italia in Spagna, opera voluta e portata a termine dall’Ambasciatore Gaetano Cortese, che si aggiunge ai precedenti tomi della fortunata collana dell’Editore Colombo, non si può non rilevare come l’editoria storico-politica e diplomatica abbia portato a termine pagine di un vero capolavoro che sottolinea certo la diplomazia italiana e il suo lavoro, ma ancor più illumina il patrimonio culturale che il Paese Italia possiede nel mondo, di sicuro unico e un faro insostituibile.
Francesco Franza, com.unica 6 febbraio 2021