Quasi 9 bambini su 10 in Medio Oriente e Nord Africa vivono in aree a stress idrico alto o estremamente alto, il che comporta serie conseguenze per la loro salute, nutrizione, sviluppo cognitivo e mezzi di sostentamento futuri. La regione è quella con la maggiore scarsità d’acqua nel mondo: dei 17 paesi nel mondo a maggiore stress idrico, 11 si trovano nella regione del Medio Oriente e Nord Africa. Questi i dati che emergono dal nuovo rapporto dell’UNICEF “Runing Dry: the impact of water scarcity on children in the Middle East and North Africa” (“Prosciugandosi: l’impatto della scarsità idrica sui bambini in Medio Oriente e Nord Africa”) in base al quale circa 66 milioni di persone nella regione non hanno servizi igienici di base e una percentuale estremamente bassa di acque reflue viene trattata adeguatamente.
Il rapporto, pubblicato in occasione della Settimana Mondiale dell’Acqua, sottolinea i fattori fondamentali che sono dietro alla scarsità idrica nella regione, fra cui una domanda agricola in crescita e l’aumento delle terre irrigate utilizzando le falde acquifere. Mentre a livello globale l’agricoltura rappresenta circa il 70% dell’utilizzo idrico, questa percentuale nella regione del Medio Oriente e Nord Africa è di oltre l’80%.
Ulteriori fattori che contribuiscono alla scarsità idrica: il conflitto, soprattutto in Siria, Yemen e Sudan; la migrazione della popolazione da aree rurali ad aree urbane; la crescita della popolazione; una scarsa gestione dell’acqua; infrastrutture idriche in deteriorazione e problemi di governance.
“La scarsità idrica sta avendo un profondo impatto sui bambini e le famiglie, a partire dalla loro salute e nutrizione. La scarsità d’acqua sta diventando anche sempre più causa di conflitti e sfollamenti”, ha dichiarato Bertrand Bainvel, Vicedirettore regionale dell’UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa. “In questo contesto, è sempre più inaccettabile che coloro che combattono in conflitti colpiscano le infrastrutture idriche. Gli attacchi alle infrastrutture idriche devono terminare”.
I conflitti e l’instabilità politica ed economica della regione hanno aumentato la domanda di fonti d’acqua di emergenza, come il trasporto, che aggravano ulteriormente l’esaurimento delle falde acquifere.
Anche se non è l’unica ragione della scarsità d’acqua, il cambiamento climatico provoca minore pioggia per l’agricoltura e il deterioramento della qualità delle riserve d’acqua dolce a causa del trasferimento di acqua salata nelle falde acquifere d’acqua dolce e l’aumento delle concentrazioni di inquinamento.
“In molti paesi della regione, i bambini sono sempre più costretti a percorrere lunghe distanze a piedi solo per andare a prendere l’acqua, invece di passare quel tempo a scuola o con i loro amici a giocare e imparare”, ha dichiarato Chris Cormency, consulente regionale dell’UNICEF per l’acqua e i servizi igienico-sanitari in Medio Oriente e Nord Africa.
L’Unicef continuerà a sostenere i partner locali, i governi, la società civile e il settore privato per affrontare la vulnerabilità delle risorse idriche in Medio Oriente e Nord Africa, anche per preservare il diritto umano individuale all’accesso a servizi idrici e igienici, senza che venga compromesso da altri utilizzi dell’acqua o minacciato dall’uso delle infrastrutture idriche come target in contesti di conflitto; creare un ambiente solido e favorevole con una forte politica nazionale e sistemi di regolamentazione che affrontino la scarsità idrica, compresa l’eccessiva estrazione delle falde acquifere, la gestione dell’acqua e l’analisi dei dati.
Obiettivo dell’agenzia anche quello di lavorare con la società civile, soprattutto coi giovani in quanto agenti di cambiamento, sul valore dell’acqua e della sua conservazione; avviare piani di risposta al cambiamento climatico, considerando la scarsità d’acqua come componente prioritaria e allocando un budget sufficiente a livello nazionale per rispondere alla scarsità d’acqua; creare gruppi di coordinamento tra i ministeri chiave (per esempio acqua, agricoltura e finanza) e operatori del settore per supportare revisioni politiche e aumentare le capacità tecniche; e, infine, sostenere lo sviluppo delle capacità dei principali operatori del settore idrico, compresi gli organismi di regolamentazione, gli operatori del settore privato e i servizi idrici nazionali per migliorare le infrastrutture obsolete, sviluppare un funzionamento sostenibile e ridurre lo spreco d’acqua.
Il rapporto è disponibile qui.

com.unica, 25 agosto 2021

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