Mosaico di Voci – Storie di rinascita e di speranza, il nuovo libro di Goffredo Palmerini
L’AQUILA – È prossima l’uscita del volume “Mosaico di Voci – Storie di rinascita e di speranza”, decimo libro di Goffredo Palmerini, ora in corso di stampa per le Edizioni One Group. Il volume sarà pronto per la fine di novembre, disponibile nelle librerie e sulle principali agenzie di vendita on line. Come sempre preziosa la veste grafica, 376 pagine di storie di vita all’estero, racconti di viaggio, fatti significativi ed eventi culturali, testimonianze di personaggi che ovunque nel mondo rendono onore all’Italia: un libro denso di speranza, coraggio, fiducia nel futuro e nella rinascita del Paese, dopo i tempi drammatici della pandemia. Un libro che richiama in tutti la responsabilità ad affrontare le sfide che ci attendono con un rinnovato senso del dovere civile ed etico. Un volume coinvolgente, come i precedenti, bello da leggere e da regalare per i suoi contenuti e per il prezioso apparato di splendide immagini in bianco e nero a corredo dei capitoli. Il libro reca, in apertura, due preziosi contributi: la Presentazione di Francesca La Marca, deputata alla sua seconda legislatura nel Parlamento italiano, italo-canadese, eletta nella Circoscrizione Estero nel collegio Nord e Centro America, e la Prefazione di Liliana Biondi, saggista e critica letteraria, già docente di Letterature comparate presso l’Università dell’Aquila. Con il consenso dell’editore si propone il contributo di Presentazione dell’On. Francesca La Marca e l’immagine di copertina, anticipazione all’uscita prossima del volume. (G.P.)
Il mondo di Goffredo Palmerini da tempo ha smesso di avere un centro e una periferia – Presentazione dell’On. Francesca La Marca
Di Goffredo Palmerini, delle sue qualità intellettuali e professionali, sono state già dette tante cose, spesso a corredo dei molteplici riconoscimenti e premi che ne hanno ornato la lunga attività di scrittore e giornalista. Nulla da scoprire, dunque, forse solo un prologo per i riconoscimenti che seguiranno lungo una strada che si annuncia ancora lunga e feconda.
Io, però, prima ancora che dell’homme de plume, desidero parlare della persona, di come egli mi è apparso fin dai primi momenti della nostra conoscenza, che ben presto si è trasformata in amicizia e rispetto. Ecco, una persona che muove da un nucleo solido di valori etici che si tramutano in un atteggiamento di comprensione e di disponibilità verso gli altri, di lealtà nei rapporti umani, in un modo sereno e rasserenante, direi sorridente, di intessere relazioni e di descrivere persone e vicende pubbliche e private. Non un approccio ‘buonista’, come oggi usa con espressione forse abusata, ma una ricerca di equilibrio e di motivazioni serie anche quando si colloca sul piano dell’esercizio critico. Talché, i fasci di luce che volta a volta egli proietta su situazioni, storie e profili umani possono essere assunti come segnali di cose che vale la pena conoscere e capire, una guida per un percorso di comprensione che ha sempre una plausibilità, uno spessore, un retroterra significativo.
Credo, insomma, che il valore aggiunto delle cose che Goffredo Palmerini propone siano l’autenticità e l’attenzione per i significati sostanziali. Perché la sua formazione intessuta di valori, i suoi ‘fondamentali’, come si direbbe in termini calcistici, intellettuali ed etici, lo portano a questa particolare sensibilità, lo sollecitano costantemente a una visione degli accadimenti e delle persone non occasionale ed effimera ma densa di vibrazioni pregnanti sul piano umano e sociale. Nell’impegno di Goffredo, vi sono due motivi che apprezzo particolarmente perché vi trovo molte corrispondenze con il mio percorso di vita di donna di seconda generazione, nata all’estero da famiglia italiana, e con la mia formazione aperta a diverse culture e a diverse lingue.
Il primo è la visione della contemporaneità come mobilità, incontro e mutazione esistenziale e umana. Goffredo con i suoi scritti è presente in molti giornali in italiano del mondo e diversi suoi libri testimoniano di questo orizzonte assai ampio di interessi e di contatti. Non si tratta, però, solo della sua grande capacità di intrecciare e distendere una rete di relazioni e di contatti. Anche questo, naturalmente, ma prima ancora la convinzione che nessuna vita può prendere senso, nessun accadimento svilupparsi pienamente, nessun rapporto costituirsi se non in un contesto articolato, mobile, in continuo cambiamento per i processi e le storie che l’attraversano.
In questa idea di fondo, ci sono anche antichi fermenti, sempre vivi: la sua grande passione per l’emigrazione, la considerazione e l’affetto per i suoi protagonisti, soprattutto se testimoni tenaci dei valori della propria terra d’origine, ma anche parecchio di più. La convinzione che la nostra vicenda storica di emigrati, per quanto tratteggiata da venature epiche, sia in definitiva un tassello del mosaico di un mondo diverso che giorno per giorno si costruisce e definisce con i viaggi, il coraggio, i sacrifici, il lavoro di milioni di persone che muovono da ogni parte del mondo e vanno verso altre parti del mondo. E, dunque, la certezza che l’accoglienza e l’incontro siano non solo un dovere etico, ma una necessità che non si può eludere, la dimensione propria delle nostre relazioni connaturata alla nostra condizione di cittadini del mondo.
Un altro aspetto degli interessi di Goffredo mi preme segnalare, perché lo trovo attuale e necessario nella costruzione delle relazioni interpersonali e nei rapporti sociali. Parlo del suo interesse per le identità plurime che, pur nascendo da radici profonde, hanno poi modo di moltiplicarsi e fiorire nella ramificazione delle relazioni, anzi diventano tanto più piene e fruttuose quanto più trovano un humus fecondo e sono coltivate con cura e impegno.
Il gioco delle combinazioni identitarie in lui è, ad un tempo, delicato e complesso. I piani in cui esse si profilano ora si distinguono ora s’incrociano. In senso orizzontale, quando la sua sensibilità culturale e le sue vaste conoscenze lo portano a rivendicare e difendere l’ineguagliabile prestigio della lingua italiana nel mondo, a segnalare momenti ed espressioni peculiari del nostro patrimonio artistico, a recuperare dal retroterra storico episodi e figure che meritano memoria e interesse. In senso verticale, quando nella tradizione storica, sociale e culturale della sua magnifica regione, l’Abruzzo, rimpasta i motivi di un’identità non localistica e ristretta, ma forte delle sue radici e, per questo, capace di aprirsi al mondo e misurarsi con le sfide che esso propone. Sempre in senso verticale quando si fa tramite e narratore di vicende e figure della comunità abruzzese nel mondo, evidenziandone successi, eccellenze, sacrifici e anche passaggi dolorosi che evocano pietà e ricordo.
Non so quanti siano coloro che sentono l’importanza di questa caleidoscopica rifrangenza di richiami identitari, che pure si svolge da qualche tempo, anche se spesso non ce ne accorgiamo, e che comunque è destinata a rafforzarsi nel futuro, soprattutto ora che molti paesi hanno finalmente ammesso la possibilità di far coesistere più cittadinanze. Quello che posso dire è che partendo dal laboratorio multilinguistico e multiculturale canadese i momenti di maggiore coesione e stabilità della società nella quale sono nata e cresciuta sono stati quelli in cui si sono cercati il confronto e il reciproco riconoscimento delle culture e delle lingue non solo dei popoli canadesi, ma anche dei gruppi etnici che sono arrivati con i diversi flussi migratori.
D’altro canto, come si potrebbero governare le attuali società, a partire da quelle più avanzate, diventate meta di correnti migratorie ininterrotte, prescindendo da una dimensione interculturale delle relazioni tra le persone, dei percorsi formativi, di quel comune civismo che si sostanzia, o meglio dovrebbe nutrirsi, di rispetto reciproco, di tutela dei diritti, di curiosità per le peculiarità che ognuno porta con sé e che alla fine, messe insieme, costituiscono le basi di una comune ricchezza culturale ed etica? In questo modo, anche le storie individuali o i percorsi comunitari e regionali, che potrebbero sembrare privi di significato e spessore o, al massimo, espressione di mentalità localistica o paesana, acquistano un ben diverso significato perché si inscrivono in questo mosaico cangiante, in continuo divenire, nel quale ogni tassello prende senso e forza dall’intreccio e dalla coerenza.
In realtà, il mondo di Palmerini da tempo ha smesso di avere un centro e una periferia. Esso è policentrico perché è costruito sul senso e sul valore che consentono anche a località trascurate, alla provincia tradizionalmente (ed erroneamente) intesa come vuota ed appartata, di potere esprimere la sua ricchezza e la sua originalità. Tanto più se nel mondo vi sono tanti figli e discendenti di quei luoghi che ne conservano la memoria e ne riconoscono i segni, il linguaggio, che ritrovano nelle sue storie e nelle sue tradizioni gli elementi di quel modello di vita che loro hanno testimoniato, fatto apprezzare e gustare nelle realtà più lontane e diverse.
Ecco, la vera e profonda coerenza di questo ennesimo libro di Goffredo Palmerini, che ad un superficiale lettore potrebbe sembrare una semplice raccolta di riflessioni e articoli diversi per genere e occasioni, sta in questo: nella trama di valori che sottende il suo impegno ideale, nella quale non compaiono ’scarti’ né sociali né territoriali; nella visione di un mondo variegato e dinamico in cui i messaggi si intrecciano e, nell’incontro, ciascuno si fa portatore di una storia significativa, meritevole di memoria; nel richiamo di eccellenze poetiche, d’arte, esistenziali, professionali che hanno un valore educativo e una forza di trascinamento e di rilancio.
Così, in fondo non si cambia registro se si parla del volto accogliente della sua magnifica L’Aquila o di coloro che sono chiamati a fare gli ambasciatori dell’Abruzzo nel mondo; se si dà voce a chi da lontano ritorna nella sua regione d’origine per raccontare la sua diaspora o verificare i progressi della ricostruzione o a chi racconta invece la sua terribile traversata del Mediterraneo; se si fissa sulla pagina il lavoro critico di un incontro letterario o l’approfondimento tematico di un seminario di studio o il profilo di persone che concludono la loro vicenda umana dopo avere dato un contributo serio nel loro campo di azione.
L’importante è sapere leggere in profondità e sapere ricercare le connessioni, dirette e indirette, tra le figure, le vicende e le situazioni di cui nel libro si parla. Perché le connessioni vi sono e fanno riflettere e, anzi, promettono apporti futuri non meno stimolanti. Buona scrittura, Goffredo Palmerini!
Francesca La Marca è nata a Toronto (Canada) il 30 ottobre 1975 da genitori di origine italiana, padre siciliano e madre pugliese. Formatasi in un ambiente multiculturale qual è quello canadese, ha conseguito la laurea in Lingue (italiano e francese), master e dottorato (PhD) in Letteratura francese presso l’Università di Toronto. Ha insegnato francese in diverse università canadesi. Parla correntemente quattro lingue (italiano, inglese, francese e spagnolo). Nel 2013 è stata eletta nella Circoscrizione Estero (America Settentrionale e Centrale) alla Camera dei Deputati, nelle liste del Partito democratico. Per la prima volta un’italiana di seconda generazione è stata eletta al Parlamento nazionale tra i 18 parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero. Nella consultazione elettorale del marzo 2018 è stata rieletta alla Camera. È componente della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera. La sua attività parlamentare si è prioritariamente indirizzata alle politiche di promozione e di tutela dei diritti degli italiani nel mondo. Ha firmato numerosi disegni di legge, interrogazioni, interpellanze, mozioni e risoluzioni, ed è proponente del disegno di legge per l’istituzione della “Giornata nazionale degli italiani nel mondo”. La sua intensa attività parlamentare ha consentito di destinare importanti risorse in favore degli italiani all’estero, nel campo della promozione della lingua e cultura italiana nel mondo, dell’internazionalizzazione del Sistema paese, del potenziamento dei servizi consolari, della promozione turistico-culturale dei cittadini iscritti all’Aire, del fisco e ancora in altri settori. A seguito di un suo emendamento, è stato consentito per un triennio l’ingresso gratuito dei cittadini italiani iscritti all’Aire nei musei statali italiani. È impegnata su temi di grande sensibilità per le comunità italiane all’estero, come la riforma della legge sulla cittadinanza, gli accordi bilaterali sul reciproco riconoscimento delle patenti di guida, gli accordi bilaterali in materia di tutela previdenziale e il miglioramento dei servizi consolari.
com.unica, 13 novembre 2021
*Nella foto: Goffredo Palmerini e Francesca La Marca