D’origine lucana, operatore turistico sul Lago Maggiore: un esempio di coraggio imprenditoriale in uno dei periodi più bui per l’economia italiana

TORINO – Giuseppe Libonati è un giovane quarantenne di Torino, di origine lucana, la cui esperienza può diventare un esempio di coraggio imprenditoriale in uno dei periodi più bui per l’economia italiana, quello della pandemia. Mi riceve all’ombra di un rigoglioso albero nel curatissimo e ampio giardino, col prato all’inglese, del suo raffinato bed and breakfast “Villa Preziosa” a Lesa sul Lago Maggiore; in una giornata inondata di luce, con la fresca brezza dei vicini monti e con le stupende Isole Borromee quasi sullo sfondo, questo simpatico giovane dall’ampio, solare viso mi racconta una vicenda che ha quasi dell’incredibile.

Iniziamo da quando hai maturato l’idea di aprire un bed and breakfast. Cosa ti spinse a farlo e quando iniziasti?

Tutto è cominciato per caso nel 2019 e in questa vicenda esso ha sempre giocato un ruolo importante. Certo, ho dovuto fare scelte ben precise ma il caso si è manifestato come l’opportunità di rilevare un’antica villa liberty dei primi del ‘900 semidiroccata e da ristrutturare. La villa è in una posizione comodissima per chi percorre la statale del Sempione e a due passi dal lago. Le condizioni strutturali erano terribili ma, e questo è l’elemento casuale che mise in moto il tutto, la vendita dell’immobile è capitata proprio quando io, ad una svolta della mia vita, stavo pensando di trasferirmi sul lago. Mi è subito piaciuto il posto immerso nel verde e dove non c’è mai afa, anche nei giorni più caldi, essendo la villa costruita proprio allo sbocco di una piccola, verdissima valletta: è stato amore a prima vista e ho deciso di vendere l’immobile che possedevo vicino Torino per acquistare la villa. Ovviamente i soldi che avevo non bastavano e per fortuna i miei genitori mi hanno aiutato. Il problema era però, oltre a trovare i fondi per l’acquisto, anche, forse soprattutto, i fondi per la ristrutturazione poiché la villa era in condizioni disastrose. Ma avevo in mente un obiettivo ben preciso: non volevo semplicemente trasferirmi investendo in un immobile dove vivere, volevo utilizzare i fondi di partenza per creare qualcosa di nuovo. Questo era alla base dei miei pensieri; mi sono detto: “Investo quel che ho in qualcosa che possa diventare un’attività”.

Ma torniamo a quel periodo. Quando hai iniziato cosa hai provato?

Tanta paura! Avevo affittato una camera dove avrei dovuto dormire, ma in realtà la notte pensavo sempre a quel che stavo facendo col timore di aver fatto il passo più lungo della gamba. Il problema era molto semplice: “ho comprato”, mi dicevo con gli occhi sbarrati nel buio, “va bene; ma ora devo mettere tutto a posto. Devo ristrutturare e rendere appetibile per i turisti un luogo che ha tutte le caratteristiche del rudere”. Ho così iniziato i lavori a Gennaio del 2020.

Una data non molto felice…

Esatto. Poco dopo è arrivata la mazzata; abbiamo dovuto sospendere tutto per il Covid. Ti lascio immaginare: ristrutturazione bloccata, fornitori da pagare, liquidità che iniziava a scarseggiare. Insomma un incubo! Devo dire che a quel punto le banche mi hanno aiutato, molto. Hanno anticipato la liquidità permettendomi di pagare imprese e fornitori dimostrando così di credere in quel che stavo facendo tanto quanto me. D’altra parte io, approfittando dell’inattività forzata, ho cercato, studiato e partecipato a tutti i bandi, nazionali e regionali, e a tutte le opportunità offerte dal decreto SalvaItalia e dai relativi bonus previsti, così ho anche aperto la mia prima partita Iva grazie alle facilitazioni previste per chi, come me, si metteva in gioco proprio in quel periodo così difficile. E’ stato faticoso ma molto utile (e interessante) perché questo mi ha permesso di chiarirmi le idee su ciò che avevo in mente di realizzare. Quei mesi di forzato fermo, visti adesso, sono stati una grande opportunità che sono riuscito a utilizzare sia per il reperimento di fondi sia per l’inserimento nei lavori delle più avanzate tecnologie in campo di ecosostenibilità e di domotica, inserimento legato peraltro proprio alla concessione dei fondi stessi. Devo dire che non è stato sempre semplice perché da un lato le normative erano, giustamente, molto puntuali e dall’altro trovare ditte, materiali e componenti specifici talvolta non era facile, ma il tempo libero del lockdown l’ho utilizzato per questo. In quel periodo mi sembrava di essere un marziano: il turismo era in ginocchio e io puntavo tutto proprio sul turismo. Ora però, dopo tanto lavoro, ricerche, autorizzazioni posso dire, con orgoglio, che “Villa Preziosa” è veramente all’avanguardia.

Insomma, la testardaggine alla fine ha premiato.

Assolutamente sì. Ma il mio non era un sogno solo mio. Altri mi hanno aiutato e reso possibile la nascita di una struttura turistica che ora non solo offre servizi d’eccellenza ma è fonte di lavoro per il personale impiegato. Penso soprattutto ai miei genitori, a mio fratello, ai miei figli. E poi la progettista e direttore dei lavori, la geometra Virginia D’Angelo, il cui ruolo è stato fondamentale per far rispettare scrupolosamente tutte le normative antiCovid (oltre all’egregio lavoro svolto per il suo ruolo), l’arch. Mauro Esposito, l’arch. d’interni Vittoria Albertini e tutte le ditte che hanno collaborato. Forse questo è l’aspetto più bello di questa storia. Sono partito solo, con un sogno (talvolta un incubo notturno) nel momento più difficile che mi è capitato, ma sono riuscito non solo a utilizzare quanto veniva messo in campo per aiutare l’imprenditoria ma anche a coinvolgere ed entusiasmare tante persone: quella che era la visione mia, di un singolo, è diventata qualcosa di collettivo e ora si è realizzato. E’ una soddisfazione enorme perché con la ripresa del turismo si sta lavorando veramente molto.

Un’ultima domanda: che tipo di turismo si rivolge a “Villa Preziosa”?

Un turismo essenzialmente di stranieri. Vengono anche italiani, ma sono soprattutto stranieri. Poi, col motoscafo che abbiamo, possiamo offrire loro il tour delle isole e del lago personalizzando il servizio. È una cosa molto apprezzata che ci ha permesso di fidelizzare molti clienti. Da quando aperto, Agosto 2021, non ci è mai mancato il lavoro ma la cosa che più mi ha dato da pensare è che, in ben due casi, dei miei clienti stranieri mi hanno proposto di vendere loro l’attività. Ovviamente ho rifiutato, ma mi ha fatto piacere perché significa che ho raggiunto il mio obiettivo; però il mio sogno non posso metterlo in vendita, mi sembrerebbe di tradire me stesso e tutti coloro che hanno sognato con me e poi, si sa, i sogni non hanno prezzo!

Terminata l’intervista, non mi resta che ammirare l’ottimo lavoro svolto, anche sotto il controllo giusto e rigoroso della Soprintendenza, mentre Libonati, visionario com’è, già accenna a ulteriori allargamenti, progetti e servizi da realizzare. Non c’è nulla di vulcanico e dirompente nel suo modo di fare, nulla di eccessivo; è sempre molto sobrio, col tono di voce posato e riflessivo, ma sotto questa pacatezza s’intuisce la presenza di una grande forza tranquilla che, testardamente e per gradi, realizzerà ciò che ha in mente.

Nicola F. Pomponio, com.unica 5 luglio 2022

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