J’accuse! Contro chi continua ad offendere il Popolo Ebraico e tutti coloro che credono nella democrazia
Il Giorno della Memoria e la guerra scatenata dal terrorismo non sono concatenati, come molti tentano di fare. La politica non deve infierire contro una data storica, la situazione in atto in Medioriente oggi non ha nulla da spartire con il 27 gennaio.
Alcune teste calde pensano però di potere continuare ad offendere il Popolo Ebraico e tutti coloro che credono nella democrazia. Chi come me è cresciuto in una famiglia obbligatoriamente antifascista, con i suoi 41 consanguigni uccisi dal nazifascismo solo “perché nati ebrei”, si ritrova sballottato nelle credenze ereditate e mortificato da vecchie amicizie. Si tratta di affiatamenti del passato, amicizie che oggi collocherei tra le presunte e le presuntuose, che fingono di conoscere e riconoscere la Storia, falsificandola, deridendola, calpestandola, tentando di farle perdere quella lettera maiuscola che ha per significato 6.000.000 e più di storie personali.
Come avviene da qualche anno il 25 aprile, dove la sfilata per la liberazione umilia la Brigata Ebraica (o Palestinese) che ha contribuito a liberare il Belpaese dal nazifascismo, questo 27 gennaio tende ad oltraggiare la Memoria, tentando di sostituirla con falsità ideologiche di ipocrite basi politiche. Unica cosa reale è quell’antisemitismo a stantuffo che ritrova vigore internazionale, in una spinta non solo apparentemente, nuova.
Accuso quelle particelle dell’Associazione Nazionale dei Partigiani (ANPI), di cui mia madre era socio onorario e di cui vorrei a nome della Memoria disfarmi della tessera, riportargliela urlando “Vergogna”. Accuso quella finta sinistra che regala o vende gli italiani di religione ebraica. Sinistra alla quale ho creduto per quella lontana intesa politica che la trovava al primo posto nella diffusione culturale, ma che oggi affianca i comunicatori dell’odio. Accuso quell’ignoranza regnante, che vuole tramutare un popolo antico da usurpato in usurpatore, dando credito al nulla.
Come si sentirebbe l’Italia se il ministero della salute fosse retto dalle Brigate Rosse o quello tedesco dalle Baader-Meinhof? Eppure, oggi si prendono per reali le cifre diramate dal Ministero di Gaza, ossia di Hamas. Come ho scritto subito dopo lo sterminio del 7 ottobre, “oggi gli arabi vengono visti come terroristi, ma appena Israele si sarebbe difeso, diventeranno i poveri palestinesi”.
Nei due milioni di abitanti di Gaza, i morti per mano di Israele saranno 1.500.000 bambini, 1.000.000 donne, 800.000 uomini. E potrebbero anche dire altre cifre, ma non vi sarà mai un morto sotto la voce “terrorista”.
Accuso coloro che non vedono che lo Stato di Israele, ancora una volta telefona ad ogni abitante di Gaza per informarlo che questo o quell’altro posto verranno bombardati alla ricerca di quei tunnel di cui i Gazesi non erano a conoscenza e di quei missili che nessuno sapeva che da infiniti anni vengono scagliati contro Israele. Uno Stato attaccato, che avvisa anche quelle donne con i loro bambini, che sono entrati nei kibbutzim poco prima selvaggiamente distrutti dai loro familiari e di cui anche loro hanno filmato la disumanità, per vantarsene.
Mi avete proprio fatto inGazare e di brutto, perché questo mondo è malato, succube del ritorno al medioevo (per essere ottimisti) ed ancora vittima del petrolio. Accuso un mondo che non condanna l’Iran che oggi bombarda la Siria, domani l’Iraq e il Pakistan, poi l’Afganistan e fornisce armi ad ogni gruppo terroristico; accuso l’ONU che paga “professori” che partecipano ai massacri e che elargisce più a Gaza che al resto del mondo, come se gli africani od alcuni sud americani od asiatici non necessitassero degli aiuti internazionali.
Mio padre mi ripeteva “Beato te… ti abbiamo fatto nascere in un mondo di pace, lontano dal nazifascismo, dalla barbarie”. Caro Babbo, se ci fossi ancora soffriresti enormemente, perché troveresti vana la tua storia, fatta di fughe, del sentirti grande aiutando gli amici partigiani a rubare la dinamite che i nazisti in fuga mettevano sotto le rotaie. Come gli occupanti allora stavano dappertutto perché sostenuti da allievi spesso più bravi degli stessi tedeschi, oggi un più sofisticato antisemitismo nidifica ovunque, trovando sempre il pretesto e l’acclamazione per far passare per corretta, la sua disumanità.
Figurati caro Babbo, che mi vedo “costretto” a ringraziare gli eredi politici della destra di allora, perché mi rendo conto che in gran parte sono diventati nipoti del liberalismo ottocentesco.
Cari ex compagni: non siete ex perché sono cambiato io, ma perché lo siete voi. Devo oggi temere gran parte di voi, perché avete cavalcato la facile onda dei camerati di allora, di Adolfo sorridente, accanto all’amico gran Mufti di Gerusalemme. Potete chiudere il vostro pugno o urlare “ave” al vostro nuovo Cesare, sia esso Mussolini o Stalin. Convincentevi della vostra storia, trovatene una scusa per il vostro paradiso terrestre magari pullulato da verginelle come credono i vostri fratelli aguzzini, ma ricordatevi che oggi gli ebrei non si arrendono senza reagire, non finiscono in una ciminiera per compiacere i vostri capi nei lussuosi alberghi a sette, ma anche a cinque stelle, che amano difendersi facendosi scudo dei propri bambini. Gli ebrei, siano essi italiani o israeliani, francesi o sudamericani, si difenderanno. Altro non potremmo fare, fa parte di noi: amiamo sopravvivere. Troveremo sempre dell’olio per illuminare la nostra Menorah.
Cari compagni che avete dimenticato le atrocità del 7 ottobre ed ai quali farei rivedere in chiaro i filmati sulle reti nazionali: atrocità riprese da coloro che elogiate. Sappiate che se Israele avesse voluto eliminare gli arabi cosiddetti palestinesi, avrebbe potuto farlo da tempo. Contestate la politica di uno stato? Giusto, si chiama democrazia. Anche a Gerusalemme stanno protestando. Mi domando perché non alzate barricate contro la Russia, la Cina, la Corea del Nord, la politica turca, soprattutto le donne uccise in Iran perché non indossano bene il velo. Per quale motivo non volete rendervi conto che una ragazza incinta alla quale viene aperta la pancia ed il feto estratto ed accoltellato, è una donna: esattamente come quella uccisa nei nostri cortili o appartamenti. Ma capisco: per voi è solo una ebrea, come lo sono le rapite dai palestinesi, che vengono violentate ed uccise a Gaza. Vi siete rapidamente scordati del bambino che appena prelevato in Israele, fu portato in una piazza e circondato da altri bambini arabi che gli urlavano “sporco ebreo”.
Voi stessi cari compagni, spiegate – sicuramente a vostra insaputa – che antisemitismo, antiisraelianismo ed antisionismo hanno lo stesso significato.
Alcuni in Israele chiedono di introdurre la pena di morte per i terroristi catturati. Unica condanna eseguita finora quella di Adolf Eichmann, ma Israele non può rinunciare al valore della vita. Come pena suggerirei solo di appenderli a vita, per le palle.
Ultima cosa: fa eco la soluzione a due stati. Benissimo. Proposta che Israele ha a più riprese offerto ai vari regimi “palestinesi” ma che costoro hanno sempre rifiutato. Come fecero quando nel 1948 nacque lo Stato Ebraico. Proprio per non doverlo accettare, gli arabi si opposero a questa soluzione. Mi chiedo adesso: in molti chiamano Palestina, Gaza (già Egitto), tralasciando la Cisgiordania (già Giordania). Quale dovrebbe essere la “Palestina”? effettivamente se riguardasse solo Gaza, riterrei che Israele debba accettare. D’altronde non se ne possono mica fare due di Stati palestinesi. Oltretutto se Gaza diventasse uno Stato, il primo missile scagliato contro Israele sarebbe una dichiarazione di guerra e certamente lo “Stato Ebraico” non dovrebbe sentirsi obbligato per coscienza, di dover avvisare telefonicamente o tramite volantini una nazione nemica.
…ma sicuramene Israele non è in guerra contro un popolo, ma contro un sanguinoso gruppo terroristico, chiamato Hamas.
Am Israel Chai
Alan Davìd Baumann, com.unica 27 gennaio 2024