Il discorso di investitura alla convention democratica. Le linee guida per mantenere il primato degli Stati Uniti e contrastare le minacce autoritarie.

Nel discorso di accettazione della candidatura presidenziale per il Partito Democratico, Kamala Harris ha delineato una visione di politica estera chiara e decisa, volta a mantenere il primato degli Stati Uniti nel panorama mondiale. In un mondo in cui le potenze si scontrano per la supremazia del XXI secolo, Harris non lascia spazio a dubbi: dovrà essere l’America a prevalere, non la Cina. È un messaggio forte, rivolto a chiunque intenda mettere in discussione la leadership statunitense nelle tecnologie avanzate e nella scena globale.

Nel corso della Convention di Chicago, Harris ha dedicato ampio spazio alla politica internazionale, confermando il sostegno incondizionato all’Ucraina nella sua lotta contro la Russia e ribadendo il diritto di Israele alla difesa. Tuttavia, la candidata ha espresso una chiara preoccupazione per la devastazione che ha colpito Gaza dopo il 7 ottobre, invocando un cessate-il-fuoco che possa porre fine a questo ciclo di violenza.

È la prima volta che Harris espone in modo così dettagliato la sua visione di politica estera durante la campagna elettorale, un compito che finora era stato principalmente assunto dal presidente Joe Biden. Le sue parole risuonano con forza, soprattutto quando afferma che l’America non si piegherà di fronte ai sistemi autoritari, prendendo le distanze dalle ambiguità che hanno caratterizzato l’approccio di Donald Trump verso regimi come quello di Kim Jong Un.
Il discorso di Harris è stato un attacco diretto e tagliente nei confronti di Trump, accusato di aver cercato favori dai dittatori durante il suo mandato, mostrandosi vulnerabile alle lusinghe degli autocrati. Harris, invece, ha dichiarato con fermezza che sarà sempre dalla parte della democrazia, consapevole della responsabilità che gli Stati Uniti hanno nel sostenere questi valori in un mondo diviso tra tirannia e libertà.

La candidata ha anche riaffermato l’impegno degli Stati Uniti nei confronti dei suoi alleati della NATO e il sostegno continuo all’Ucraina, mettendo in luce le contraddizioni e le ambiguità di Trump riguardo al rapporto con Vladimir Putin e alla posizione americana nella NATO durante il suo precedente mandato.

Il capitolo più delicato riguarda il Medio Oriente, dove Harris si trova a dover bilanciare le pressioni interne del suo partito, con manifestazioni pro-Palestina che si svolgevano fuori dalla Convention, e le critiche feroci di Trump, che l’ha accusata di essere anti-Israele. Harris ha assicurato che sotto la sua presidenza, Israele avrà sempre il diritto di difendersi, condannando con forza gli atti di terrore di Hamas. Tuttavia, ha anche sottolineato la necessità di porre fine alle sofferenze a Gaza e di rispettare il diritto del popolo palestinese alla dignità e all’autodeterminazione.

com.unica, 23 agosto 2024

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