Incontro promosso dalla Fondazione Giuseppe Levi Pelloni a Palazzo San Macuto-Camera dei Deputati il 16 gennaio 2025

Lo Sbarco di Anzio, ovvero la Normandia italiana, avvenne il 22 gennaio 1944, e ne celebriamo l’81mesimo anniversario presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati giovedì 16 gennaio 2025,  quando circa 40 mila soldati americani e britannici sbarcarono lungo le coste del tirreno, antistanti alle città di Anzio e Nettuno (durante il ventennio fascista le due cittadine erano state fuse in un solo comune chiamato “Nettunia”), con l’obiettivo di mettere in atto l’operazione Shingle.

E in occasione di questo 81esimo anniversario la Fondazione Giuseppe Levi Pelloni ha promosso questo incontro per rileggere una pagina di storia ai più sconosciuta. L’incontro di oggi pomeriggio è stato organizzato dall’Associazione della Terza Divisione di Fanteria US Army sezione Italia in collaborazione con l’Associazione Antares e con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Combattenti e del Comune di Castel Giubileo.

I relatori  sono Pino Pelloni, Antimo Della Valle, Paolo Carusi, Simon Dru Richardson e Goffredo Danna. Presente anche un testimone di quei difficili giorni: Silvestro Martufi.

Durante la campagna d’Italia, a seguito dello sbarco in Sicilia (il 9 luglio 1943) e a Salerno (9 settembre 1943), gli Alleati riscontrarono non pochi problemi rimanendo bloccati lungo l’impenetrabile Linea Gustav. La linea difensiva tedesca, dal Tirreno (Marina di Minturno, Latina) giungeva fino all’Adriatico nei pressi di Ortona (Chieti), attraversando la città di Cassino famosa, tra l’altro, per il Monastero di San Benedetto.

Per superare lo stallo diventato insuperabile di Cassino fu Churchill a lanciare la cosiddetta “zampata di gatto”, ovvero l’invio di truppe di fanteria da far sbarcare in un’area compresa tra la linea Gustav e Roma in modo da vanificare la linea fortificata tedesca e conquistare la Capitale. Quest’idea, tuttavia, vide la perplessità di Eisenhower, il quale vedeva come prioritari gli sbarchi da effettuare in Francia anziché sul fronte Italiano, ma il presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt dette il suo appoggio. Fu così messa a punto l’Operazione Shingle. Scelto Anzio perché c’era il porto dove era possibile ormeggiare le 374 navi che sarebbero state impiegate.

In precedenza avevano ipotizzato per l’operazione tre possibili aree per lo sbarco: si pensò prima Terracina ma la città è troppo lontana dalla capitale e non dà troppi vantaggi. Venne proposta poi Civitavecchia ma i caccia alleati non sarebbero stati in grado di arrivare fin li e facendo mancare una solida copertura aerea.

Lo sbarco impegnerà oltre 20 km di costa: la prima divisione britannica attraccherà sulle spiagge di Torri Caldara e S. Lorenzo mentre la terza divisione Americana sull’arco costiero compreso tra Nettuno e Torre Astura convenzionalmente noti come Peter Beach e X Ray Beach.

Lo scopo dell’operazione, dopo la messa in atto di una mobilitazione anfibia dal porto di Napoli, era la creazione di una testa di ponte ad Anzio per aprire la strada alla conquista di Roma e soprattutto per distogliere ingenti forze dal fronte del Liri. E far si che la città eterna sarebbe diventata così la prima capitale europea liberata dal nazismo.

Però, per la strenua difesa dei tedeschi da una parte e la non armonica strategia militare alleata dall’altra, la testa di ponte di Anzio non poté dunque lanciare la zampata di gatto che ci si aspettava, e rimase lì per mesi in un nuovo, logorante, fronte con i tedeschi. “Pensavo di aver scaraventato un gatto selvaggio nei Colli, e invece abbiamo una balena arenata sulla spiaggia”, commentò Churchill riguardo la situazione bellica.

Disastrosi i proprio i tentennamenti alleati che permisero ai tedeschi e ai militi della RSI di organizzarsi e sbarrare loro la strada per Roma. Tentennamenti che costarono quattro mesi di durissime battaglie lungo 60 chilometri con 80mila morti lasciati sul terreno da ambo le parti.

La testa di ponte rimase lì per cinque mesi, e solo nel Giugno del 1944 gli Alleati britannici e statunitensi riuscirono ad entrare a Roma.

Lasciando, agli interventi che seguiranno, di entrare nello specifico storico e tattico militare della battaglia di Anzio mi fa anche piacere ricordare come mentre le truppe continuavano a sbarcare e a creare questa testa di ponte, ufficiali alleati a Roma iniziavano a prendere contatti con i capi della Resistenza. E grazie all’aiuto di Franco Malfatti e Maurizio Giglio riuscirono a prendere i contatti con il CLN in vista di una possibile insurrezione. A Roma, intanto, negli ambienti antifascisti si stava spargendo la voce che gli Alleati erano alle porte e che sarebbero stati in città a breve. Tutti i gruppi della Resistenza, che avevano lavorato fino a quel momento nella più assoluta clandestinità, iniziarono a venire allo scoperto nel prepararsi all’insurrezione. Un atteggiamento tuttavia ricco di errori dettati dall’euforia, che costeranno molto caro ai partigiani. Ricordava Giuliano Vassalli come il Partito d’Azione ed il Fronte Militare Clandestino furono i più noncuranti delle regole della clandestinità, diversamente dai comunisti che rimasero cauti. Questo comportamento favorì una vera valanga di arresti nei ranghi della resistenza da parte degli uomini di Herbert Kappler, capo del servizio di sicurezza di Roma occupata. 

E che dire della popolazione Civile? La popolazione, costretta allo sfollamento e all’evacuazione nonché all’abbandono di tutti i beni personali, dovette trovare rifugio nei paesi vicini o in grotte improvvisate, tra stenti e dure sofferenze. Abitanti di Anzio e Nettuno, profughi di Aprilia, di Ardea e dell’Agro Pontino vennero imbarcati su Navi Alleate, dal porto di Anzio fino a Napoli, per essere smistata verso le regioni più tranquille del sud con il loro carico di bambini, di poche masserizie consentite di tanta disperata miseria.

Anzio fu il centro che subì più danni: oltre alle 130 vittime civili (a causa dei bombardamenti e delle feroci rappresaglie), gran parte del patrimonio edilizio andò distrutto o semidistrutto insieme alle strutture portuali, a seguito dei cannoneggiamenti di appoggio.

A completamento del quadro storico attorno allo sbarco di Anzio va ricordata la presa di Cisterna (25 maggio), la riconquista di Aprilia (28 maggio), l’occupazione di Velletri (1° giugno) e finalmente l’entrata a Roma del Gen. Mark Clark con a fianco il Gen. Lucian Truscott succeduto a Lucas. Era il 4 giugno del 1944.

Anna Rachel Valentini/comunica 15 gennaio 2025

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