È venuto a mancare ieri il grande matematico americano John Nash. La morte è sopraggiunta in circostanze tragiche: mentre si trovava a bordo di un taxi con la moglie Alicia (82 anni) è rimasto coinvolto in un incidente stradale avvenuto nel New Jersey. Secondo quanto riportato dal New York Times il tassista avrebbe perso il controllo della sua Ford Crown Victoria mentre cercava di superare una Chrysler e si è schiantato sul guard rail. Sia Nash sia la moglie sono stati catapultati fuori dall’abitacolo, pare che non indossassero le cinture di sicurezza.

Nato nel 1928 a Bluefield nella Virginia Occidentale, è considerato uno dei più originali e geniali matematici del Novecento. Nel 1994 ottenne il Premio Nobel per l’Economia grazie a un suo lavoro sui fondamenti matematici della “Teoria dei Giochi” pubblicato nel lontano 1950, mentre studiava per ottenere il dottorato a Princeton. Si tratta di uno studio ribattezzato dalle comunità dei matematici e degli economisti come il “teorema dell’equilibrio di Nash”. Per sottolineare il livello di eccellenza di questa teoria il suo collega Peter Ordeshook spiegò che il concetto di equilibrio di Nash è da ritenersi forse l’idea più importante nella teoria dei giochi non cooperativi e che andava ben oltre i risultati raggiunti qualche anno prima da un altro grandissimo scienziato, il fisico e matematico di origine ungherese John von Neumann. Sia che analizziamo le strategie di elezione dei candidati, le cause della guerra, la manipolazione degli ordini del giorno nelle legislature, o le azioni delle lobby, le previsioni circa gli eventi si riducono ad una ricerca o ad una descrizione degli equilibri. In altri termini, le strategie di equilibrio sono ciò che prevediamo del comportamento degli individui.

Ma la fama planetaria Nash la raggiunse grazie al film “A Beautiful Mind”, l’opera cinematografica del 2001 diretta da Ron Howard liberamente ispirata alla biografia di Sylvia Nasar (pubblicata in Italia con il titolo Il genio dei numeri) che si aggiudicò 4 premi Oscar e 4 Golden Globe. Nel film la vita del geniale matematico americano, interpretato da Russel Crowe, è raccontata con grazia e profondità. Viene indagato in particolare il suo rapporto con la schizofrenia, che lo spingeva a immaginare che un agente federale gli chiedesse di aiutare segretamente il Governo decifrando dei messaggi di spie russe sulla stampa. Ricoverato in ospedale e sottoposto a dosi massicce di farmaci e di elettroshock, grazie all’aiuto fondamentale di sua moglie, Nash riuscì a tener a freno le sue allucinazioni ma dovette convivere a lungo con la terribile malattia psichiatrica. Il difficile e complesso rapporto di Nash con la sua malattia è rappresentato dalla visione dei suoi tre fantasmi uno accanto all’altro che lo osservano dopo la cerimonia di premiazione del Nobel.

Russel Crowe, appena appresa la notizia della morte, ha ricordato lo scienziato con queste parole su Twitter: “Il mio cuore va a John e Alicia e alla loro famiglia. Una partnership straordinaria. Bellissime menti e bellissimi cuori”.

(Sebastiano Catte/com.unica, 25 maggio 2015)

 

 

 

 

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